Laurea si? Laurea no?

Corrono tempi difficili, c’è crisi, il lavoro non si trova facilmente, tutto è cambiato e tutto sta cambiando. E’ in atto un’evoluzione, che forse in futuro potrà essere positiva, o forse no, oggi ancora non si riesce a capire, ma soprattutto è ancora più difficile capire come prepararsi a questi cambiamenti per affrontare nel migliore dei modi il così temibile mercato del lavoro.

Cosa consigliare ai giovani che finiscono la scuola? Come aiutarli a costruire una figura professionale capace di laureainserirsi facilmente nel mondo del lavoro? Nelle condizioni attuali, è sufficiente il diploma? o è comunque necessaria una laurea? Quanto bisogna studiare? è meglio qualche esperienza lavorativa durante il percorso formativo? .

Oggi si sente spesso dire che ci sono tante persone in possesso di un titolo di laurea che purtroppo è rimasto chiuso in un cassetto perché non hanno avuto la possibilità di sfruttarlo, e che fanno lavori meno qualificati di quello del loro titolo di studio. Si sente dire, ed infatti in molti casi è così. In effetti un titolo di laurea non garantisce la immediata e perfetta collocazione nel mondo del lavoro. Quando si finisce una carriera universitaria si è ancora troppo giovani, senza  esperienza lavorativa, e senza una reale consapevolezza di quello che è il “mondo reale”, e se non viene intrapreso un certo tipo di percorso, e non si ha il giusto atteggiamento, il rischio è proprio quello di mettere la laurea in un cassetto, per non parlare della crisi e del mercato di lavoro (che meriterebbero un capitolo a parte).

Considerate le attuali condizioni è difficile dare un consiglio che possa portare a risultati concreti e sicuri. E poi, da cosa dipende il successo? dalla bravura? dalle capacità? dall’impegno? o dalla fortuna? o dalle conoscenze e “amici”? Sicuramente il successo sarà influenzato da tutti questi fattori, nessuno escluso. Ma io, nella mia condizione di adulta che è entrata a fare parte del meraviglioso mondo del lavoro circa 17 anni fa, un consiglio me lo sento di dare: laurea sicuramente si.

Per quanto il percorso possa essere impegnativo e costoso, la formazione e la qualificazione conferite da un titolo di laurea alla fine ripagano. Tra averlo e non averlo una differenza c’è. Certo, una volta bastava quello per avere ingresso diretto ad un posto fisso, oggi quello è il punto di partenza, l’inizio di una carriera che sarà fatta di ancora più formazione e di esperienze professionali. E poi l’impegno, la bravura, la capacità, la fortuna e le amicizie faranno la loro parte.

Oggi leggevo un articolo, “La laurea e un po’ di pratica fanno la differenza”,  pubblicato su “CorrierEconomia” il 21/09/2015 che conferma quelle che sono le mie considerazioni su un titolo di studio. L’articolo rivela i risultati di uno studio realizzato da UNIONCAMERE, dove l’istituto anticipa delle previsioni di assunzioni per il 2015, assicurando che, rispetto al 2014, le imprese assumeranno oltre 108 mila giovani in più tra laureati, diplomati e tecnici, e che puntano sempre più su laureati e mano d’opera qualificata per cogliere le opportunità di ripresa economica, seppur debole, in atto. L’articolo svela anche che ad avere più chance di trovare un’occupazione saranno inoltre i candidati che hanno maturato esperienze lavorative sul campo. “L’esperienza resta un requisito fondamentale per chi cerca lavoro”, afferma il presidente di UNIONCAMERE,  “stage e alternanza scuola – lavoro per i più giovani si confermano decisivi, per avvicinare davvero la scuola al mondo dell’impresa”.

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