All’estero per lavoro: scelta da fare?

Avevo 22 anni quando ho sostenuto l’ultimo esame del mio corso di laurea, quello che mi avrebbe portato ad esse lavoro-all-esterouna “commercialista” nella mia città natale, Cordoba, situata nella Repubblica Argentina. In verità avevo programmato di finire più tardi gli studi universitari perché avevo trovato un lavoro part-time in uno studio commerciale. Avevo bisogno di capire come funzionava il mondo reale. Ma si sa, i programmi possono cambiare, la vita ti può sorprendere ogni giorno. Così, quasi all’improvviso, mi sono trovata a vivere a 15.000 km di distanza dalla mia città natale, in un paese europeo, dove ero una sconosciuta, dove si parlava una lingua a me sconosciuta, con in tasca solo una laurea, che forse non avrebbe avuto nessun valore e dove fare la commercialista forse sarebbe rimasto solo un sogno nel cassetto.

Chi si è trasferito all’estero con l’obiettivo del lavoro ha sicuramente fatto una scelta più mirata, più ragionata, di chi lo ha fatto per altri motivi,  dove il lavoro è rimasto una conseguenza di tutto il resto. Nel primo caso, o perché nel luogo d’origine il lavoro non si trova, o perché si vuole riqualificare la propria posizione lavorativa, o perché si ha avuto una possibilità tramite un percorso universitario, chi decide di trasferirsi per lavoro ha fatto una accurata valutazione di tutti gli aspetti della trasferta. Chi invece (come me)  ha fatto una scelta per motivi diversi, ha dovuto “trascurare” l’aspetto lavorativo, sperando che la fortuna prendesse parte nel gioco. Ma anche quando si parte per lavoro ci sono delle considerazioni da fare: un conto è “fuggire” dal proprio paese, quasi costretto, perché il lavoro non c’è, altro ben diverso è partire per una riqualificazione professionale; le aspettative sono ben diverse.

Le condizioni in cui si fa una simile scelta sono determinanti. Pensare alle conseguenze delle scelte fatte porta sicuramente ad avere risultati migliori. Non pensarle può portare perfino ad avere dei rimpianti. Dopo anni di vivere e lavorare all’estero posso solo dare questo consiglio: se avete la possibilità valutate bene ogni cosa, ogni situazione, ogni conseguenza, cercate di inserirvi nell’ambiente che vi interessa, imparate la lingua, imparate a conoscere la nuova cultura anche dal punto di vista del lavoro, siate corretti e siate sempre ben coscienti  che siete “stranieri”. Con il giusto atteggiamento tutto si può raggiungere, bisogna lavorare sodo, avere rispetto del lavoro e delle persone, e soprattutto non rinunciare mai ai propri sogni.

Trasferirsi all’estero per lavoro, è una scelta da fare? E’ sicuramente una scelta che, qualunque sia la ragione che  porta a farla, arricchisce il bagaglio culturale e personale, è motivo di crescita e può dare anche grandi soddisfazioni.

 

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